Zambono dei Dotto apparteneva alla storica famiglia del cui palazzo esiste ancora la torre in via Dante, all'angolo del vicolo che appunto chiamasi dei .Dotto, Era intimo amico di Francesco da Carrara, ma si lascio sedurre con promesse da Jacopino, nipote di Francesco e congiuro per avvelenare il signor Francesco durante la guerra che questi sosteneva coi bolognesi nel 1354, Scoperta la congiura il Carrarese ordinava che Zambono fosse tradotto a Padova e consegnato ai giudici. Giunto qui fu sottoposto alla barbara usanza di una spietata tortura, la quale obbligava talvolta anche gli innocenti a confessarsi colpevoli per far cessare i terribili tormenti. Zambono dei Dotti non poté. resistere al supplizio, e confesso l'attentato, incolpando Jacopino e provando che questi gli aveva fornito il veleno. Ma Jacopino, per riguardo di parentela, non fu molestato e Dotto venne condannato alla forca. I suoi parenti per sottrarlo a tanto disonore, che sarebbe poi ricaduto come macchia vergognosa su tutta la famiglia, gli fecero pervenire un veleno in prigione, che egli con coraggio ingoio, risparmiando cosi tanta ignominia alla sua nobile casa. Afferma pero lo storico Gattari, che il corpo del Dotto fu ugualmente appiccato benché morto, e che per ordine del Carrarese dovettero appiccarlo gli stessi suoi fratelli Giacomo e Paolo, onde punirli del veleno procuratogli. In seguito la memoria di Zambono Dotto venne riabilitata e la sua congiura attribuita all'amor di Patria.
|
|||